Roberto Cantarutti allo Studiovivacomix

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Roberto Cantarutti presenta gli ultimi suoi lavori pittorici a Pordenone presso lo studiovivacomix in una mostra dal titolo “Sintomi quotidiani” che inaugura venerdì 18 ottobre alle ore 18.
Sono esposti tre cicli di opere molto intense con soggetti dai riferimenti precisi alla contemporaneità con le sue intime contraddizioni elaborate con una espressività lirica e poetica. Sia le tavole dipinte che i disegni su carta di piccole e grandi dimensioni, sono caratterizzati dal segno forte che mantiene una corrispondenza figurativa voluta ed efficace.
La mostra sarà introdotta da una lettura di Patrizia Dughero della poesia scritta con riferimento preciso all’opera dell’artista: “Dipingere non è tingere”, contenuta nella plaquette “Camera Oscura”, edizioni Qudu, 2018. La mostra, curata da Paola Bristot, è realizzata all’interno del progetto Cortocircuito che collega tra loro spazi indipendenti dell’arte.

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Sintomi quotidiani

Il lavoro artistico di Roberto Cantarutti che presentiamo nella mostra “Sintomi quotidiani” esprime nel titolo una sintesi che si percepisce anche al primo sguardo.
Il suo sguardo scava il presente e partendo da idiosincrasie, azioni abitudinarie, rituali ossessivi cui siamo assoggettati ne sottolinea la profonda vacuità e, infatti, il loro essere disfunzionali. A essere vera è la realtà dura, drammatica delle conseguenze della guerra, delle guerre combattute appena oltre la soglia della nostra porta, appena oltre la superficie piatta dello schermo del nostro visore. Da quella durezza non si scappa se non adattandoci appunto ad azioni estranee alla realtà che cerchiamo di rimuovere, inutilmente. Così ci ammaliamo e le relazioni che instauriamo col mondo sono malate, e quello che manifestiamo nei nostri tic compulsivi sulle tastiere dei nostri devices, o nel salire e scendere le scale di casa per andare al lavoro o a fare la spesa… sono i sintomi di un mal-essere, sono sintomi quotidiani.
L’artista trasfigura questi atti col potere del gesto pittorico, del disegno che denuda il re.
La volontà dell’artista oltrepassa il confine della porta e guarda oltre le membrane elettroniche, solleva le palpebre e vede direttamente dove sta il nervo dolente e lo scopre.
Roberto Cantarutti riesce a scoperchiare e a scuotere e lo fa con una gentilezza commovente. Con gamme cromatiche tenui e azzurre, celesti, grigie, rosate, elaborando a suo modo una pittura figurativa ed espressiva che rafforza la sensazione di una volontà di un ritorno al gesto e alla materia. Potremo far confluire questa ricerca in un eterno ritorno alla pittura che anche modernamente si apre a sempre stringenti riflessioni da parte di artisti anche di più giovani generazioni, come di grandi maestri. E’ in corso la mostra di Luc Tuymans a Palazzo Grassi e non è un caso.
Abbiamo scelto invece un rapporto con la poesia e con una poesia in particolare, “Dipingere non è tingere” di Patrizia Dughero che dedica proprio a Roberto Cantarutti, inserita nella plaquette “Camera oscura”, pubblicata nel 2018 da Qudu edizioni. Esiste una relazione ideale tra le parole e le cose, tra la voce del poeta e quella muta, ma eloquente nel segno dell’artista e qui lo vogliamo ribadire e forse questo ci salverà.

Paola Bristot