I A I A ??? THE ARTIST IS NOT PRESENT

 

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IS ARTIFICIAL INTELLIGENCE ART?

I.A.I.A. ?

THE ARTIST IS NOT PRESENT

Si inaugura venerdì 17 febbraio una mostra presso lo studiovivacomix in via Montereale 4/b una mostra che pone interrogativi, dubbi forse, ma proprio per questo vogliamo affrontare la questione prendendola di petto. Il punto in discussione è questo: le immagini prodotte attraverso l’Intelligenza Artificiale possono essere considerate artistiche?

I comandi che le producono attraverso una app virtuale sono abbastanza elementari e la elaborazione dei dati del sistema, definito Artificial Intelligence, attinge a una banca data che abbiamo fatto circolare tutti noi, postando immagini nelle nostre navigazioni, oppure connettendosi ai “magazzini” virtuali dei siti che tutti si sono affrettati a costruire per comunicare attraverso il grande villaggio globale nella rete del Web World Wide.

Discutere di chi sia la proprietà e i diritti delle immagini rielaborate con casualità pilotata da “parole chiave” è effettivamente la parte delicata del problema e, spesso, per quanto riguarda la produzione delle immagini non ci si premura di tutelarle con il diritto d’autore.

Ripensando alla storia dell’arte ci sono stati esempi che hanno de-turnato le immagini altrui come processo voluto di ri-proposizione polemica, ironica e comunque come atto artistico, pesniamo al Situazionismo per esempio, oppure a uno dei padri dell’arte contemporanea, Marcel Duchamp, che mettendo i baffi alla Gioconda ha provocatoriamente ri-creato un’opera d’arte appropriandosene, e partendo da un orinatoio, oggetto di produzione industriale, ri-contestualizzandolo lo ha fatto diventare un’opera d’arte concettuale suggellata da una firma come distintivo della sua identificazione. Per non parlare dei collage che da sempre sfruttano le parti estrapolate da opere e stampati o ancora pensiamo alle operazioni di Moholy Nagy che ha dettato al telefono i suoi progetti, realizzati poi a distanza…

La riflessione artistica, come atto creativo si è da sempre confrontata con il senso dell’opera e della funzione e della relazione con l’atto artistico della “produzione”.

L’uso di per se stesso di un sistema di elaborazione dati non è né “buono” né “cattivo”. demonizzarlo è la cosa più sbagliata da fare. I punti di partenza per una riflessione invece sono leciti anzi si devono incoraggiare. Si dovrebbero incoraggiare queste riflessioni, non limitandosi a circostanziarle al problema dell’utilizzo dell’A.I. in campo artistico che potrebbe costituire apparentemente una scorciatoia alla realizzazione di immagini, testi, musiche… Ma anche, purtroppo, ma piuttosto al suo utilizzo esteso nel campo della nostra vita quotidiana, dove i sistemi virtuali, le app, le decisioni anche operative sociali e politiche sono determinate da algoritmi regolatori… Quindi cosa si può dire a questo proposito? Quanto lo strumento è funzionale alla nostra vita o noi siamo funzionali a lui?

Per quanto riguarda la mostra che presentiamo ha il titolo “The Artist Is Not Present”. L’artista non c’è, chi ha prodotto le immagini si tiene nel suo anonimato e la sua azione è stata momentanea, una fascinazione che è durata per un tempo limitato e come è cominciata si è chiusa.

Un’opera perfetta per isolare le opere completamente separandole da chi le ha generate, compreso il sistema di elaborazione che le le combinate. Queste immagini sono interessanti per noi che le guardiamo? Hanno un senso che le fa aderire al contemporaneo e spingerci a chiederci cosa succede quando possiamo sganciarci dalla virtualità e approdare a un luogo reale, a una comunicazione reale a un dialogo tra persone che si incontrano e vivono insieme una esperienza estetica, l’unico livello veramente trascendente.

La mostra durerà fino al 17 marzo e visitabile su appuntamento, a  info@vivacomix.com

(P.Bristot)

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